LA CONFERENZA UNIFICATA DA' PARERE NEGATIVO SULLA RIFORMA DEL SECONDO CICLO
ICI: OPIFICI E ALBERGHI NON ACCATASTATI
Riforma scolastica: è ancora negativo il parere di Regioni, Province e
Comuni
Riforma scolastica: è ancora negativo il parere di
Regioni, Province e Comuni
Conferenza Unificata Stato-Regioni, Città e
Autonomie Locali Accordo 15 settembre 2005
OGGETTO:
Parere ai sensi dell’art. 1, comma 2, della legge 28 marzo 2003, n. 53, sullo
schema di decreto legislativo concernente le norme generali ed i livelli
essenziali di prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di
istruzione e formazione, di cui all’art. 2 della legge 28 marzo 2003, n. 53.
Sintesi: Pubblichiamo il parere
espresso il 15 settembre scorso dalla Conferenza unificata sullo schema di Dlgs
concernente le norme generali e i livelli essenziali di prestazione relativi al
secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione. Pur apprezzando
il cambiamento di rotta del ministero dell’Istruzione nel modo di procedere, il
parere della Conferenza resta negativo, fatta eccezione per le posizioni
(positive), espresse dalle Regioni Lombardia, Veneto, Molise e Sicilia.
Vista la legge 28 marzo
2003, n. 53, che ha delegato il Governo ad adottare uno o più decreti
legislativi per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei
livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione
professionale, nel termine di ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore
della legge;
Vista la legge 27 dicembre 2004, n. 306 e, in particolare l'articolo 3, che ha
prorogato di sei mesi il termine di cui all'articolo 1, comma 1, della predetta
legge n. 53 del 2003;
Visto l'art. 1, comma 2, della legge 28 marzo 2003, n. 53 che prevede che i
decreti legislativi di cui all'art. l, comma 1, della citata legge, sono
adottati sentita la Conferenza unificata di cui all'art. 8 del decreto
legislativo 28 agosto 1997, n. 281;
Visto lo schema di decreto legislativo approvato, in via preliminare dal
Consiglio dei Ministri nella seduta del 27 maggio 2005, trasmesso dal
Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del
Consiglio dei Ministri in data 10 giugno 2005, e diramato in data 15 giugno
2005;
Vista la nota del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca,
pervenuta in data 1° luglio 2005, con la quale si è fatto presente che la
delega per l'emanazione del provvedimento ha la scadenza del 17 ottobre 2005,
secondo quanto stabilito dall'art. 1, comma 1, della legge 28 marzo 2003, n.
53;
Considerato che in sede tecnica, il 12 luglio 2005, le Regioni hanno rilevato
l'irricevibilità del decreto legislativo e hanno affermato l'esigenza di
addivenire ad un percorso condiviso con il Ministero dell'istruzione,
università e ricerca;
Rilevato che nella seduta della Conferenza unificata del 14 luglio 2005, le
Regioni, l'Anci, l'Upi e l'Uncem, con parere difforme delle Regioni Veneto,
Lombardia e Molise, hanno chiesto il ritiro dello schema del decreto e che in
quella sede è stato convocato un tavolo politico-tecnico, al fine di
approfondire la questione in argomento;
Considerato, altresì, che nella seduta del tavolo politico - tecnico che si è
tenuto il 21 luglio 2005, il Ministero dell'istruzione ha depositato una
proposta di Intesa, ai sensi dell'art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003,
n. 131, in ordine alla realizzazione del sistema educativo di istruzione e di
istruzione e formazione professionale, diramata in pari data;
Considerato che nella seduta del tavolo tecnico-politico del giorno 27 luglio
2005, le Regioni e l'Upi hanno specificato le questioni ritenute importanti dal
coordinamento regionale;
Considerato che nella seduta della Conferenza unificata del 28 luglio 2005, le
Regioni hanno chiesto il rinvio del punto in esame alla seduta straordinaria
della Conferenza unificata del 15 settembre 2005, con l'istituzione di un
tavolo politico-tecnico in seno alla Conferenza medesima, e che il Ministro
dell'istruzione ha concordato che i tavoli di approfondimento avevano ad
oggetto le seguenti questioni: modalità per il trasferimento delle risorse alle
Regioni; ricognizione delle competenze statali e regionali; modalità per la
definizione dei titoli e delle qualifiche professionali; modalità di attuazione
del Dlgs 112/1998;
Considerato che nella seduta del tavolo politico-tecnico del 5 settembre 2005
le Regioni e le Autonomie locali hanno espresso piena disponibilità al
confronto istituzionale, ponendo alcune questioni ritenute irrinunciabili
quali: i titoli di studio in uscita dai percorsi del II ciclo di istruzione e
delle figure professionali; la norma transitoria di passaggio dall'attuale
sistema al nuovo; l'individuazione di procedure e criteri, di luoghi
istituzionali e di tempi definiti per assegnare le risorse finanziarie; la
definizione delle quote di orario obbligatorie spettanti alle Regioni ed alle
Istituzioni scolastiche; la definizione delle risorse umane e finanziarie per
garantire l'esercizio delle competenze fissate dal riformato Titolo V della
Costituzione, e che si è convenuto di individuare in successivi tavoli tecnici,
le modalità di percorso di attuazione del decreto;
Considerato che nella seduta del tavolo tecnico del 7 settembre 2005 il
coordinamento delle Regioni ha depositato un documento con emendamenti al
decreto legislativo, relativo alle questioni già esaminate in sede politica;
Viste le note pervenute il 9 e il 12 settembre 2005, da parte del Ministero
dell'istruzione, diramate in pari data, con cui il citato Ministero ha
trasmesso le proposte di riformulazione degli emendamenti, contenuti nel
documento delle Regioni consegnato nell'incontro del 7 settembre 2005;
Considerato che nella seduta del tavolo tecnico del 13 settembre 2005: le
Regioni hanno depositato un documento di osservazioni alle note del Ministero
dell'istruzione del 9 e 12 settembre 2005, con il quale hanno valutato non
soddisfacenti le proposte ivi contenute; l'Anci ha depositato un documento con
il quale ha messo in risalto le aree di criticità del decreto legislativo in
argomento, riguardanti i Comuni; l'Upi ha evidenziato che è mancata una
concertazione con le Province, durante la fase della redazione del medesimo
decreto;
Rilevato che nella seduta del tavolo politico del 14 settembre 2005 sono stati
esaminati gli emendamenti agli artt. 27 e 28 dello schema in esame,
relativamente a quanto emerso nei precedenti tavoli tecnici, e che:
l'Assessore
della Regione Lazio, quale coordinatore della Commissione istruzione,
lavoro, innovazione e ricerca della Conferenza delle Regioni, ha sollevato
alcuni profili di criticità sull'impianto complessivo del decreto
rinviando le determinazioni finali alla Conferenza delle Regioni;
l'Upi
ha condiviso l'impostazione espressa dalle Regioni circa i profili di
criticità del decreto legislativo;
gli
Assessori delle Regioni Lombardia e Veneto hanno espresso un parere
favorevole;
Visto il documento del
15 settembre 2005 del Ministero dell'istruzione, con il quale, facendo seguito
alla riunione svoltasi il 14 settembre 2005, il citato Ministero conferma la
disponibilità ad inserire nello schema di decreto legislativo l'emendamento
allegato sub A), concernente la modifica degli articoli 27 e 28, diramato nella
seduta odierna di questa Conferenza;
Considerati gli esiti della odierna seduta di questa Conferenza, nel corso
della quale:
l'assessore
della Regione Lazio Coordinatore degli Assessori regionali dà atto del
percorso istituzionale intrapreso dal Ministero dell'istruzione che,
assieme ai citati miglioramenti, ha consentito al Coordinamento medesimo
di proporre ai Presidenti di modificare l'originaria proposta di ritiro
del decreto in esame nell'espressione di un parere, seppur negativo;
propone altresì un emendamento al testo di cui all'Allegato sub A),
sostituendo nell'art. 27, comma 3-bis, le parole «il Miur non promuoverà»,
con le parole «non si promuoveranno»;
la
maggioranza delle Regioni, esprime parere negativo, secondo le motivazioni
di cui al documento sub B), pur apprezzando la riapertura del confronto
politico e tecnico con il Governo che ha consentito di rinviare a non
prima dell'anno scolastico 2007/2008 l'entrata in vigore dell'intero sistema
del secondo ciclo, nonché di non procedere all'avvio della
sperimentazione; in particolare evidenzia la preoccupazione sull'impianto
dualistico del sistema educativo che ritiene non garantisca la pari
dignità dei percorsi di istruzione e formazione, nonché l'effettiva
copertura finanziaria del sistema regionale;
le
Regioni Lombardia, Veneto, Molise e Sicilia, nello specificare di aver
apprezzato l'avvenuta riapertura del confronto politico-istituzionale,
esprimono parere favorevole sull'articolato del decreto e sulle modifiche
emendative proposte dal Ministero dell'istruzione, che hanno delineato le
condizioni di processo per l'attuazione dei nuovi ordinamenti nel rispetto
delle competenze regionali; le citate Regioni sottolineano, altresì, nel
corso dell'odierna seduta, di valutare negativamente il rinvio della data
di partenza sia della sperimentazione che della riforma, atteso che, in
alcune delle citate Regioni, molti istituti hanno manifestato la volontà
di voler sperimentare la riforma;
il
Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dopo
aver dato lettura del documento di cui all'Allegato sub B), manifesta
l'apprezzamento per il lavoro svolto in questi mesi, poiché evidenzia che
si è addivenuti ad un percorso nuovo, e specifica, al contempo, che la
maggioranza delle Regioni considera molto positivamente due questioni:
che
non si proceda nell'anno scolastico 2006/2007 all'avvio della riforma, ma
che quest'ultima abbia inizio nell'anno 2007/2008, in quanto non
condividono nella sostanza l'impianto della riforma;
che
non si addivenga ad un'immediata sperimentazione, pur rispettando ed
essendo convinti sostenitori dell'autonomia scolastica;
il
rappresentante della Regione Friuli Venezia Giulia osserva che la
disponibilità del Governo si è evidenziata solo nel corso di questi ultimi
mesi;
l'Anci
dichiara di aver preso atto dell'avvio del confronto, che se fosse stato
preventivo avrebbe consentito di ottenere risultati maggiori in una forma
probabilmente condivisa, e specifica al contempo che le modifiche proposte
non sciolgono comunque i nodi centrali dell'attuabilità della riforma, con
particolare riferimento ai campus, all'educazione degli adulti, alla
questione delle risorse ed alla proroga della sperimentazione di cui all'art.
7 del decreto e non consentono pertanto l'espressione di un parere
favor......