PRIMI COMMENTI DPEF 2007-2011
L'AGENZIA DEI SEGRETARI NON PUO' PORRE VINCOLI ALLE CONVENZIONI
Note al Documento di Programmazione Economico Finanziaria 2007
00186
Roma | Via della Colonna Antonina 41 | tl. 06.6976601 | fx. 06.6991417 |
segreteria@legautonomie.it
Prime osservazioni al Documento di
Programmazione Economica e Finanziaria 2007
Licenziato
dal Coordinamento federale di Legautonomie, riunitosi a Roma il 20 luglio 2006
I
l Documento di Programmazione Economica e
Finanziaria 2007, con una proiezione quinquennale al 2011, vincola
concretamente il Governo solo su un
punto: il saldo di bilancio 2007 di 35 miliardi di euro; con una riduzione di
20 miliardi di euro del deficit e l’indicazione di 15 miliardi di euro per il
cuneo fiscale e lo sviluppo.
Il quadro macroeconomico prevede
nel 2007 un rapporto deficit/PIL del 2,8% rispetto al 4% del 2006; un debito
pubblico al 107,5% a fronte del 107,7% nel 2006; un tasso di inflazione
programmato al 2% nel 2007. Prevede inoltre un tasso di crescita del PIL al
1,2%, in leggera flessione rispetto all’1,5% del 2006.
In questo quadro si dovrebbero
collocare le scelte concrete della Legge Finanziaria 2007, ivi compresi i
problemi dei governi locali.
Per tale linea di risanamento e
sviluppo si ipotizzano interventi sulle spese e sulle entrate pubbliche di
sanità, pensioni, enti locali e personale pubblico.
Il DPEF non propone ancora un piano
dettagliato dei quattro comparti di spesa pubblica chiamati in causa; si fa
invece riferimento alla volontà di attivare un lavoro preparatorio con i
rappresentanti degli Enti territoriali e delle parti sociali che dovrebbe
concludersi in settembre con la presentazione della Relazione Previsionale e
Programmatica e della Legge Finanziaria 2007.
Tuttavia questo lavoro
preparatorio dovrebbe trovare un momento successivo, anche attraverso
l’istituzione di un’apposita Commissione mista permanente, di monitoraggio
condiviso con Regioni ed enti locali degli andamenti della finanza pubblica e
dell’apporto dei singoli comparti al Patto di stabilità.
Per ora il giudizio delle autonomie non
può non soffermarsi sui primi concreti provvedimenti messi a segno dal Governo,
in particolare con il decreto 233 del 4 luglio u.s. Le prime misure per lo
sviluppo, il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché
di contrasto all ‘evasione fiscale costituiscono, insieme al DPEF, parte
integrante della politica che il Governo sta definendo e che troverà nella legge finanaziaria una più chiara
esplicazione. La filosofia di fondo del decreto è per lo più condivisibile e
ha, per gli aspetti di più impatto mediatico, l’obiettivo di porre al centro i
diritti dei cittadini consumatori. Sarebbe tuttavia più utile un maggiore
coinvolgimento delle autonomie locali considerando che toccherà proprio a
queste, come nel caso delle licenze dei taxi ed il commercio,tradurre
concretamente i provvedimenti in oggetto e gestire a livello locale momenti che
si preannunciano molto delicati.Perplessità si possono inoltre nutrire sulle
misure relative agli affidamenti alle società a capitale interamente pubblico o
misto. In tal caso è difficile rintraccaiare i presupposti dell’indifferibilità
ed urgenza non essendo prevedibile
creare per tale via condizioni immediate di mercato omogenee per tutti i
settori coinvolti; obiettivo che i comuni possono condividere nella necessità
di vedersi tutelati gli investimenti effettuati e nella convinzione che occorre
procedere finalmente ad una riforma organica, che dia certezze agli operatori e
sia ampiamente condivisa e partecipata dal sistema delle autonomie.
Il DPEF riconosce che “i
governi locali svolgono compiti essenziali in campo economico e sociale”. Viene altresì riconosciuto che il 65,4%
della spesa in co......