UN DOCUMENTO DI LEGAUTONOMIE SU FEDERALISMO FISCALE E FINANZIARIA 2003
Modalità per l'elezione dei consigli circonscrizionali
Con il nuovo titolo V della Costituzione, i Comuni, le Province, le
città metropolitane e le Regioni sono soggetti costitutivi
Documento
appello approvato dal Coordinamento federale di Legautonomie del 23 ottobre
2002
C
on
il nuovo Titolo V della Costituzione, i Comuni, le Province, le città
metropolitane e le Regioni sono soggetti costitutivi della Repubblica e posti
su un piano di pari dignità con lo Stato. Essi, com’è sempre avvenuto,
intendono essere compartecipi dello sviluppo e della crescita complessiva del
sistema paese partendo dall’affermazione delle proprie responsabilità pubbliche
e delle proprie prerogative costituzionali anche in relazione al governo delle
risorse ed al rispetto dei vincoli di stabilità sanciti nel contesto europeo.In
questi anni, infatti, le autonomie territoriali hanno rispettato i vincoli del
patto di stabilità ed il pareggio dei bilanci offrendo il loro concorso al
risanamento della finanza pubblica e all’ingresso nel sistema della moneta
unica.
In
questo quadro è stato siglata l’intesa interistituzionale del 20 giugno 2002
che prevedeva l’introduzione, già nel DPEF, di una conferenza mista per la
definizione dell’impianto del federalismo fiscale e l’avvio del trasferimento
di parte delle risorse, da definire nella legge finanziaria, necessarie allo
svolgimento delle funzioni e delle competenze derivanti dall’attuazione della
riforma costituzionale.
La proposta di legge finanziaria per il 2003, attualmente
all’esame della Camera dei Deputati, valutata senza posizioni pregiudiziali
verso il Governo, invece di dare concreta attuazione al nuovo dettato
costituzionale si pone in chiara antitesi ad esso, rappresentando un clamoroso
passo indietro e proponendo un’impostazione centralistica che colpisce
l’autonomia degli enti locali e li priva delle risorse necessarie per lo
sviluppo dei propri servizi e dei territori.
Da un lato, infatti, si concede una modesta riduzione
dell’IRPEF, dall’altro lato, con un taglio di 1.740 milioni di euro, si
costringono gli enti locali a scelte obbligate: o il taglio e la riduzione dei
servizi, o l’aumento delle tasse e delle tariffe. I cittadini e le famiglie
finiranno per pagare di più i servizi; vi sarà una riduzione dei finanziamenti
per le opere pubbliche ed una perdita di prospettiva per le imprese ed il
Mezzogiorno.
Legautonomie ha presentato numerosi e significativi
emendamenti i cui capisaldi sono:
·
cancellazione degli ingiustificati tagli agli enti
locali
·
salvaguardia del servizio sanitario nazionale
·
cancellazione dell’assurdo obbligo di centralizzazione
degli acquisti di beni e servizi
·
eliminazione dei vincoli di assunzione del personale,
il cui limite unico deve essere dato dal pareggio di bilancio
·
ridefinizione del patto di stabilità interno prevedendo
verifiche a livello dell’intero comparto degli enti locali
·
il consolidamento del Fondo nazionale per le politiche
sociali
·
neutralità dell’IVA per i servizi esternalizzati
Legautonomie ritiene altresì che occorra da subito
attivare il percorso per l’attuazione dell’art.119 della Costituzione, del
tutto ignorato nella delega per il riordino del sistema fiscale statale e nelle
disposizioni della legge finanziaria, prevedendo il regime di compartecipazione
al gettito dei principali tributi erariali, una legge di coordinamento della
finanza pubblica e del sistema tributario, la definizione del fondo perequativo
per i territori con minore capacità fiscale, l’istituzione dei fondi speciali
per lo sviluppo, in particolare per il mezzogiorno e per Roma capitale.
Gli Enti locali e le Regioni chiedono di partecipare al
rilancio dello sviluppo con investimenti ed interventi infrastrutturali e per
l’ambiente, un particolare sostegno ai comuni minori e svantaggiati, la
conferma degli ambiti di autonomia impositiva già vigenti.
Per evitare la paralisi amministrativa e finanziaria e la
proliferazione di bilanci deficitari, Legautonomie rinnova l’appello alle altre
Associazioni delle autonomie (ANCI,UPI,UNCEM) per la convocazione di una
manifestazione unitaria di tutti gli amministratori degli enti territoriali. E’
necessario che siano chiarite ai cittadini e alla pubblica opinione le ragioni
delle difficoltà denunciate, ed è altrettanto necessario esercitare una forte
azione democratica affinché Parlamento e Governo modifichino le disposizioni
della legge finanziaria ed accolgano le proposte del sistema delle autonomie
locali.
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